Non ricordo con esattezza quanti anni avevo in quel periodo, ma so con
certezza che ero molto piccola. Ero vivace, solare e spontanea e un po’
dispettosa e questo non piaceva a nessuno. Mi sentivo sempre rifiutata dalla
mamma e dalla nonna, due figure molto severe e "giudicanti" nei miei
confronti e così un giorno mi sono detta: "devo fare qualcosa per piacere
loro di più… se no vorranno bene solo a mio fratello”.
Già, lui era quello bravo, buono e timido mentre io quella estroversa
e solare ma in qualche modo questo dava fastidio. Così ho cominciato a recitare
la parte della bimba buona e generosa, sempre disponibile e attenta a tutti, un
po’ crocerossina, nella speranza di essere amata almeno un po’. Mai un
abbraccio da mamma, mai una parola dolce, mai una tenerezza. E io volevo solo
questo. La stessa cosa si è verificata anni dopo quando ero più grande, pur di
piacerle almeno un po’ ho rinunciato alla mia felicità accontentandomi di
storie amorose un po’ "piatte". Ho smesso di cercare l’amore pur di
tenere spento il mio vulcano, convinta che potesse solo recare danni agli
altri; ma in cuor mio la cosa che ho sempre desiderato di più è stata la
ricerca dei sentimenti veri, delle grandi emozioni, la realizzazione dei grandi
sogni. Ma come posso conciliare queste mie inclinazioni con quello che gli
altri si aspettano da me? Io sono davvero diventata quello che credevo di
essere?
Non lo so esattamente.
Non lo so esattamente.
Oggi qualcosa di me si sta muovendo e sento il rumore di quel vulcano
in lontananza che piano piano si sta risvegliando o vorrebbe farlo ma ne ha
troppa paura.
Per piacere a mamma le sono stata vicino negli anni buii della sua
depressione, l’ho aiutata e sostenuta ma ero così giovane e fragile che mi sono
scordata di me. Già troppe volte mi sono scordata di me: vivere attraverso la
vita degli altri, attraverso la sofferenza degli altri. Questa maschera l’ho
indossata per così tanto tempo che faccio fatica a deporla ma so che questa è
la strada giusta. Anche con gli amici spesso mi sono comportata nello stesso
modo ma questo non ha portato dei risultati felici. Ora mi ritrovo stanca di
questa continua messinscena sia psicologicamente che fisicamente.
Il teatro è altro dalla vita, dovrei saperlo bene.
Quante volte mi son ritrovata a fare l’amore senza desiderarlo
davvero, che tristezza! Quante volte sono uscita con persone che mi creavano
solo disagio e fastidio! Ora non voglio più che sia così e devo dire che da
quando mi segui tu, sono di nuovo un po’ più vera, più sincera con me stessa e
mi sembra di potercela fare.
Firmato: Una ragazza in psicoterapia
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